Il governo della Cantabria rilascerà un certificato di professionalità per le rammendatrici.

Il governo della Cantabria rilascerà un certificato di professionalità per le rammendatrici.

Il governo della Cantabria intende dare un riconoscimento professionale alle rammendatrici della regione rilasciando un certificato, come già avviene in Galizia e nei Paesi Baschi. In questo modo, si soddisfa una richiesta del collettivo, in parte integrato nell’Associazione dei pescatori a strascico della Cantabria (Arebaca), in modo da accreditare le loro competenze e dare maggiore stabilità al lavoro, come chiedevano da anni.
Secondo fonti del governo regionale, il certificato sarà rilasciato dopo un corso di formazione specifico che si svolgerà per tre giorni a dicembre presso la Escuela Náutico Pesquera di Santander.
Inizialmente è prevista la partecipazione di circa 30 canottieri provenienti praticamente da tutti i comuni cantabrici, con una presenza speciale di Santoña, Colindres, Santander, San Vicente e Laredo.
Il progetto è il risultato di una collaborazione trasversale tra la Direzione generale della pesca e dell’alimentazione, il Servizio per l’impiego della Cantabria e la Direzione generale della formazione professionale e dell’apprendimento permanente.
I negoziati intrapresi dal governo hanno permesso di «aggirare in qualche modo le rigidità» imposte da un regio decreto del 2009 che avrebbe imposto alle lavoratrici di partecipare a un corso di 290 ore. In pratica, ciò avrebbe impedito il riconoscimento della professionalità, in quanto per le lavoratrici non era possibile combinare queste ore di insegnamento con il lavoro.
Per Pilar Pereda, Direttore Generale della Pesca e dell’Alimentazione, «è stato compiuto un passo molto importante per regolarizzare una professione che riveste un’importanza singolare nei porti di pesca della Cantabria». A suo avviso, «queste non sono solo donne che danno un contributo indispensabile all’industria estrattiva», ma «costituiscono anche una delle principali icone della nostra identità regionale».
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